Lungo il torrente Fersina dalla città a Povo

Le ville, i parchi e le frazioni di Povo, sono i protagonisti di questa passeggiata che risale il fianco sinistro del Fèrsina, partendo dal cuore della città, per giungere in un paesaggio costruito e coltivato di notevole interesse storico e ambientale

 

  • Partenza: Piazza Venezia
  • Arrivo: Chiesa Oltrecastello 

 

Il percorso mette in evidenzia diversi tipi di ambiente. Dopo aver superato la zona urbana con la bella alberata di via Grazioli, si incontra il paesaggio di forra, scavata dal torrente Fersina nei profondi substrati calcarei e perfettamente visitabile poco più a monte presso l’Orrido di Ponte Alto. Qui la presenza dell’acqua favorisce un tipo di habitat fortemente naturale, caratterizzato da specie igrofile come ontani, pioppi e salici bianchi.

Superato il ponte Cornicchio, ricostruito alla fine del XVIII sec. si risale la prima balza, percorrendo la caratteristica salita Manci, per giungere al pianoro tra Mesiano e Panté, dove il paesaggio della vite accompagna costantemente il tracciato. Qui assume rilevanza l’aspetto storico con la presenza di numerosi monumenti e il “paesaggio di villa” tipico di questa plaga collinare. In questa zona si trovano infatti Villa Penner, Villa Gherta, Villa Garbari, Villa Saracini.

L’ascesa attraverso via dei Valoni, stretta tra alti muri in pietra e circondata da ampi frutteti e vigneti, restituisce in parte l’impressione di forte ruralità che si doveva provare fino alla metà del XX sec., quando ancora l’espansione edilizia non aveva trasformato queste zone.

Giunti a Panté di Sotto, si attraversa la piazza, che fu il cuore politico e religioso della collina di Povo, sobborgo suddiviso in Villa Bassa e in Villa Alta. Raccolti attorno alla piazza c’erano la sede comunale, la fontana, il gelso comunitario, all'ombra del quale si riunivano le assemblee di regola, e poco più in la, verso sud-est, tutto il complesso della Pieve.

Proseguendo verso est si sale lungo l’antico tracciato di collegamento tra Pantè, Sprè e Oltrecastello; a fianco scorre il rio Salè che rappresenta uno dei principali corsi d’acqua che raccoglie le acque di tutto il terrazzo morenico di Povo-Villazzano. Anche qui sono numerose le ville patrizie, che testimoniano il valore sociale e rappresentativo che venne attribuito alla collina di Trento a partire dal XV sec. In quell’epoca si insediarono le famiglie nobili e borghesi urbane che stabilirono qui le loro residenze estive. Nei secoli successivi le ville furono corredate da parchi, più o meno ampi, ma ricchi di specie esotiche e di alberi monumentali  (villa ex-Thun, Villa Cavagna, Villa Ceschi), le cui vestigia sono ancora ben riconoscibili.

Prima di raggiungere la piazza di Oltrecastello, è possibile fare una breve digressione verso il Doss S. Agata (575 m), uno dei tre colli da cui Trento prende il nome. Il rilievo, morfologicamente vocato a “castelliere”, venne frequentato sin dalla preistoria mentre in epoca medievale (XIII sec.) fu sede di un castello di comunità. La cinquecentesca chiesa di S.Agata, che sorge sulla sommità, ne prosegue la tradizione.

Il lato del rilievo che guarda verso oriente, piuttosto ripido, è coperto da un fitto bosco di latifoglie termofile, mentre il versante meridionale è occupato da una fitta trama di terrazzamenti, ormai in gran parte abbandonati. Si tratta delle "frate", ovvero di terreni di proprietà collettiva che venivano concessi in affitto ai membri della comunità.

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